Siamo giunti alla fine .... ringrazio tantissimo spuffy4ever80 per i bellissimi commenti che mi ha sempre lasciato ... e la piccola Tania che mi ha sostenuto perchè la terminassi e la postassi!!
E' logico che dedico l'ultimo post a voi due, grazie.
Capitolo 7
-Clare … piccola vieni!! – corro cercando di non inciampare cadendo rovinosamente dalle scale a chiocciola, ormai ogni volta che mi sento chiamare da Maria mi preoccupo enormemente dopo quello che abbiamo vissuto -Dimmi Maria, hai bisogno di qualcosa? – lei mi sorride -Non ti sembra Daniel? … ha il suo stesso sorriso non trovi?…- guardo il ragazzo di fronte a me, Giovanni, avrà poco più di vent’anni, gli sorrido e pago per la merce che gentilmente ha portato alla nostra villetta -Grazie signorina … Gino mi ha detto di riferirle che se manca qualcosa può anche telefonare al negozio invece di venire lei con la bicicletta sarò io a portarglielo! - spiega il ragazzo dolcemente -Ringrazia Gino, ma se avrò bisogno verrò io, così faccio una bella passeggiata… oggi c’è un sole stupendo…- il ragazzo annuisce e si rimette alla guida del suo piccolo furgoncino. Mi volto a guardare Maria, sta sistemando la verdura. Sembra così invecchiata nell’ultimo anno. La morte di Danny l’ha distrutta completamente, su di lui aveva puntato tutto come suo ultimo affetto, non potevo abbandonarla. Siamo fuggite in Italia, in un piccolo paesino, stiamo bene, Brandon ogni tanto telefona, anche se ultimamente le sue chiamate sono sempre più rare e brevi -Cara… perché non vai alla festa in paese per il ferragosto … una bella ragazza come te non dovrebbe sempre stare con una vecchietta …- sorrido a Maria, mentre la osservo muoversi per la cucina -Non so … forse ci andrò … - lei mi guarda per un secondo -Aveva proprio il sorriso di Daniel …- sussurra, vorrei dirle che non poteva avere il suo sorriso … perché il sorriso di Daniel è inimitabile, le due fossette che si creano, le labbra che si piegano, ma rimangono morbide ugualmente anche se tirate, il suo viso si illuminava quando sorrideva … -Maria …- sospiro, lei piega la testa verso il pavimento -Lo so cara … lui ci ha lasciato … ma è qui nel mio cuore- mi dice leggermente triste, io non ho la forza di dirle di andare avanti, di non pensare a Daniel, perché so che lui è vivo da qualche parte, se lo facessi inizierebbe a gridare che dobbiamo cercarlo, e la pace che si è creata negli ultimi mesi si romperebbe come un vaso di vetro … è fragile Maria, la sua depressione è sempre lì che tenta di tornare a galla …
Sono sdraiata di lato sul mio letto, fisso la foto di Daniel, è una foto di una qualunque delle feste a cui abbiamo partecipato prima di tutto questo … prima anche della morte di Chris … ora non fa così male la ferita … anzi … ora è un’altra a bruciarmi, una che non credevo potesse venire … -Clare!! Clare!!- mi alzo dal letto e vado da Maria -Dimmi…- la guardo mentre sfoglia un ricettario, ormai la sua passione è diventata cucinare -Cara potresti andare in paese e prendere un chilo di fragole? Vorrei fare questa torta … - la guardo ad occhi spalancati -Ma devi fare una torta per tutto il vicinato?…- chiedo sorridendo, lei arrossisce -No cara … vorrei portarla alla festa domani sera …- ora capisco, le accarezzo amorevolmente una guancia -Vado e torno … ma la prima fetta devi promettermi che sarà per me …-lei annuisce contenta. Poco dopo sono sulla mia bicicletta diretta in paese. Mentre percorro la strada per il paese sento l’aria leggermente più fresca del tramonto. Sono felice della pace che abbiamo trovato in questo piccolo paese, gli ultimi momenti in america sono stati terribili. Quando sono tornata a casa dopo aver detto addio a Daniel mi sono chiusa in camera, in silenzio, fissavo il soffitto sperando che Daniel non fosse un agente infiltrato del FBI, che la sua morte fosse solo uno scherzo … che tutti questi anni lo siano stati… e poi Maria è entrata nel cuore della notte e mi ha svegliato … la corsa in obitorio per identificare un corpo di cui non si potevano riconoscere le sembianze … mi chiedo ancora chi fosse quel corpo carbonizzato … ma che possedeva la sua impronta mandibolare … Continuo a pedalare, con più carica, forse la rabbia per quei giorni è ancora ancorata in me… ho dovuto portare via Maria dalla sua casa, credeva e crede tuttora che il suo ultimo figlio fosse deceduto … non ho ancora avuto il coraggio di dirle la verità… e non so se l’ avrò mai … Finalmente arrivo in paese, il negozio di Gino sta per chiudere, ma sono ancora in tempo. Entro e noto che non c’è nessuno, così aspetto discretamente -Signorina Clara!- la voce vivace di Gino mi arriva da dietro le spalle -Gino! Buona sera ! Non è che avrebbe 1 chilo di fragole?…- chiedo e lui mi ammicca sorridendo -Le migliori … sono per la signora Maria?…- mi chiede mentre sceglie accuratamente da un cesto delle grosse fragole praticamente perfette e arrossisce pensando a Maria -Maria ha deciso di fare una torta per la festa di domani per questo le fragole …- spiego gentilmente -Sarà la torta migliore che abbia mai assaggiato …- dice dolcemente mentre pesa il sacchetto di carta carico -… ecco le fragole … - cerco i soldi nelle tasche dei miei pantaloncini -… cara … offre la ditta Gino e figli!! – dice porgendomi il sacchetto e sorridendomi. Ringrazio, mentre penso a quanto questo vedovo italiano possa essere perfetto per Maria. Esco dal negozio, non è ancora del tutto buio il cielo, ma si intravede già l’inizio della notte. Giro l’angolo per prendere la mia bicicletta. Sento un leggero sfiorare sul mio braccio, così mi giro, ma non c’è nessuno alle mie spalle. Poi qualcosa mi colpisce. Un odore particolare… un profumo che non posso dimenticare -Daniel…- sussurro, ma nessuno mi risponde - … sono impazzita … lui non può essere qui …- carico nel cestino della bicicletta le fragole e torno a casa.
Il sole entra attraverso la tenda che viene mossa da un leggero venticello. Sento Maria che si muove in casa, non ho ancora voglia di alzarmi, ma presto lo dovrò fare, così come ogni giorno. Scendo in cucina per la colazione e trovo, accanto alla mia tazza di caffè, una busta -E’ per te bambina …- mi dice Maria mentre mi porge un piatto con una fetta di crostata alla marmellata. Mi siedo e prendo la busta fra le mani, manca il mittente, così la apro ancora più incuriosita. Sorrido dopo le prime righe: Brandon e Eliza verranno a trovarci presto… e si sposano, finalmente -Sono buone notizie?…- chiede Maria accomodandosi sulla sedia accanto la mia -Molto buone! La prossima settimana Brandon e sua moglie verranno a trovarci!- lei sorride, non è legata quanto a me a Bran, ma capisce il mio coinvolgimento. Mi accarezza la nuca -Dovremo portarli a mangiare in quel ristorantino sulle colline … quello di cui Gino parla sempre …- guardo Maria con un piglio divertito -Gino … non è che c’è del tenero fra voi?… -Maria arrossisce -Non dire sciocchezze!! Ormai sono vecchia per queste cose! – sorrido -Non si è mai vecchi per essere amati Maria!- replico io -Ma insomma … Gino … è un amico!- continuo a sorridere -Capisco … - Maria si alza e mi lascia sola.
La giornata passa anche troppo velocemente, sono rimasta sulla spiaggia tutto il giorno, e la voglia di andare alla festa stasera ha lasciato il posto a una leggera sonnolenza data dal sole. Salgo le scale piano, quando passo di fronte alla camera di Maria la vedo mentre sistema il vestito leggero che ha indossato per andare in paese. Sorrido. Sembra ringiovanita da quando Gino le fa la corte come un ragazzo di altri tempi. Maria si sta specchiando quando nota il mio riflesso. Mi sorride -Dici … dici che gli piacerà … a Gino? …- chiede poi timidamente, pur non volendo sta facendomi capire che c’è ancora tanto amore che vuole dare -Certo …- mi avvicino a lei e le sistemo i capelli, nonostante non sia giovane, sono tutti del suo colore di ragazza, un forte castano. Lei li ha sistemati legandoli sopra la nuca, ma io glieli sciolgo, facendoli cadere sulle spalle, e metto due mollette a trattenerle le ciocche sui lati, poco sopra le orecchie -… sei sempre bella Maria! – le dico sinceramente, dandole un bacio sulla fronte. Lei mi sorride e si specchia un’ultima volta prima di lasciare la sua stanza e andare in paese. Io mi concedo, nonostante sia tardi, una bagno rilassante. Scelgo anche io un abitino leggero e poi mi cospargo lentamente di crema idratante, il sole ha lasciato i suoi segni sulla mia pelle. Non mi trucco quasi, sorrido notando le leggere lentiggini sul naso e sulle gote, sembro tornata adolescente.
Quando raggiungo il centro del paese per la festa di ferragosto faccio fatica a raggiungere la tavolata delle torte, c’è troppa calca. Quando finalmente arrivo non vedo Maria, poi noto che sta ballando al centro della piazza assieme a Gino. Sorrido, vorrei che avesse un po’ della felicità che merita. Prendo una fetta di torta e la assaggio mentre passeggio per il paese. Sono tutti in festa, è bello -Clara! Clara!! – mi giro e vedo Gino che mi rincorre seguito da Maria -Come stanno i ballerini?- chiedo sorridendo -Bene … non vieni con noi a vedere i fuochi di mezzanotte sulla spiaggia?…- chiede Maria, mentre si lascia prendere la mano da Gino -Credo che farò prima un altro giro … voi andate… vi raggiungo!- Maria annuisce non del tutto convinta -La festa si sposta sulla spiaggia ora… cerca di venire bambina … - mi suggerisce Gino, anche lui non è rassicurato dalle mie parole -Verrò … ve lo prometto!- annuiscono e poi mi salutano incamminandosi.
Per un po’ ancora vago per il paese, poi quando effettivamente tutta la festa si è spostata sulla spiaggia mi incammino anche io. Quando arrivo i fuochi d’artificio sono già iniziati. Cerco con lo sguardo Maria e Gino, ma c’è troppa gente e soprattutto l’illuminazione non è delle migliori. Rimango praticamente al limite con la strada, ma riesco comunque a vedere i bellissimi giochi di luce in cielo. Mentre stanno finendo i fuochi, un gruppo di ragazzi accende lo stereo di una macchina parcheggiata vicino alla spiaggia. La musica che ne esce è molto lenta, riesco a distinguere le coppie che si uniscono per danzare sulle sue note
Come to me now And lay your hands over me Even if it's a lie Say it will be alright And I shall believe I'm broken in two And I know you're on to me That I only come home When I'm so all alone But I do believe
-Balla con me …- una voce sussurra al mio orecchio. Non riesco a rispondere, lui mi prende le braccia e le allaccia dietro al suo collo. La cosa straordinaria e che glielo lascio fare, tranquillamente. La canzone continua e io guardo i suoi occhi. Non credevo potessero mancarmi così tanto.
That not everything is gonna be the way You think it ought to be It seems like every time I try to make it right It all comes down on me Please say honestly you won't give up on me And I shall believe And I shall believe
Continuiamo a ballare mentre le parole della cantante sembra descrivere ogni sentimento che lui deve aver provato e tuttora sente -Come stai?…- chiedo con voce flebile -Shh… dopo …- mi risponde. Io appoggio la testa alla sua spalla e mi lascio cullare.
Open the door And show me your face tonight I know it's true No one heals me like you And you hold the key
Never again would I turn away from you I'm so heavy tonight But your love is alright And I do believe
Sento la sua presa più forte, come se stesse cercando di imprimermi nel ricordo… come se fra poco mi lasciasse sola … di nuovo. Lo stringo anche io più forte. Questa volta non se ne andrà.
That not everything is gonna be the way You think it ought to be It seems like every time I try to make it right It all comes down on me Please say honestly You won't give up on me And I shall believe I shall believe And I shall believe
“I Shall Believe” – Sheryl Crow
La musica finisce, e sento che lui vuole allontanarsi -Non andartene … ti prego …- mormoro -Non posso rimanere … è sbagliato che sia qui … che tu mi abbia visto … - lo guardo negli occhi -Mi sei mancato … -gli dico, sinceramente, mentre vedo come questi mesi hanno reso più adulto il suo aspetto. I capelli sono nuovamente corti, ma qualcuno ha preso la striatura grigia. Glieli accarezzo, piano, facendo scivolare la mano sulla sua guancia, toccando la barba appena accennata, e finisco per incontrare le sue labbra. Rimango ferma a fissarlo -Devo andare …- dice poco dopo, quasi spaventato -No … non devi…- gli dico -Sono morto … non posso resuscitare …- mi dice prima di sparire nella notte così com’è arrivato.
Non riesco a festeggiare. Non più da quando lui è andato via. E’ morto. Torno velocemente alla villetta, fortunatamente Maria è ancora fuori con Gino. Cado pesantemente sul mio letto e chiudo gli occhi -Perché …- mi chiedo -Perché ho paura … - mi siedo di scatto sul letto, ormai sfatto dal gesto veloce, e vedo che è nascosto nell’ombra -Di cosa?… ormai non possono più farti del male … né a te né a tua madre … sono stati presi un anno fa… grazie a te … perché devi avere paura …- lui si avvicina piano -Ma sei tu a farmi paura … sei stata più letale che tutti quegli anni di solitudine e menzogne … - mi spiega e io non so cosa dire -… come sta mia madre? …- ci metto un attimo a riprendere l’uso della parola -Ora sta meglio … perdere due figli in un arco di tempo così breve non è facile … perché non le spieghi tutto?…- chiedo con una punta di speranza anche troppo evidente -Non credo sia una buona idea … sono venuto solo perché sentivo troppo la vostra mancanza … - si siede accanto a me sul letto -Io invece credo che sia l’idea più buona che potrebbe venirti … manchi tanto a Maria …- dico sperando di convincerlo. Lui sorride tristemente -Solo a lei …- dice -No..- gli rispondo, anche se la sua non era una domanda -Vorresti dire che non sei più la santa Clare che pensa al suo amore perduto per colpa del fratello combina guai?…- chiede ironico e amareggiato -Non penso più a lui in quei termini da tanto … solo che ciò messo un pò per capirlo … - mi guarda sorpreso -Non riesco a crederti …- mi dice prima di alzarsi -E così te ne vai? …dov’è l’uomo che ha combattuto con ogni mezzo per avere la donna che amava? Che ha mandato in prigione grossi delinquenti? … che mi ha amato con ogni fibra del suo corpo e tutta la sua mente? … - lui mi guarda -Tu mi hai trasformato in qualcuno che non voglio più essere… santo cielo per te ho mandato mio fratello a morire …- grida e io rimango immobile -Non sei stato tu a ucciderlo … - gli dico per rassicurarlo -Non sono stato io a mettere la bomba e a farla saltare … ma è come se lo avessi fatto … se solo avessi saputo che era così vicino a me quel bastardo io… io …- mi avvicino e gli sfioro una guancia -Avresti fatto il tuo dovere … avresti cercato di incastrarlo … e magari Chris sarebbe morto lo stesso …-gli dico -Ma forse no …- finisce la mia frase e si allontana da me, dal mio tocco -Daniel … amavo tuo fratello … non lo scorderò mai … così come non dimenticherò tutto il dolore che ho provato … ma è passato … ora … ora sono altre le cose che desidero vivere… e soprattutto amo di nuovo … se è possibile anche più intensamente…- lui mi guarda, non dice nulla, non mi chiede nulla -… potresti dirmi qualcosa?…- gli domando -Posso chiederti solo chi è che ti ha reso così felice e fare le mie congratulazioni …- dice quasi al limite della rabbia -Sciocco … sei uno sciocco …- urlo prima di prendergli il viso fra le mani e baciarlo. Lui cerca di sottrarsi, ma poi mi stringe forte e mi solleva senza sforzo. Continuiamo a baciarci, mentre lui mi posa sul letto, la mia mano accarezza la sua pelle sotto la camicia leggera, sento che un brivido percorre il suo corpo, vorrebbe terminare il bacio, e così fa. Mi guarda negli occhi, cercando, scrutando -Tu vorresti veramente…- non termina la frase, mi allungo leggermente per sfiorargli le labbra, poi il collo, risalgo verso il lobo del suo orecchio destro -Daniel … amami … come io voglio amare te …- il suo respiro si ferma, rimaniamo così per qualche istante -Dillo ancora …- chiede dolcemente -Ti amo …- sussurro. Lui inizia a baciarmi il collo, scende lungo la linea del mio abito, raggiungendo presto la fine della scollatura -Dillo ancora…- mormora mentre apre il mio vestito e riprende a baciarmi ovunque -Ti amo …- ripeto, e lui gioca attraverso il tessuto con i miei seni. Mi mordicchia le punte sensibili, mentre le mani accarezzano le mie gambe nude e tremanti. Ha un tocco così leggero. Ho bisogno di sentire la sua pelle. Inizio a cercarlo con le mani, lui si avvicina al mio viso -Dillo ancora …- ci guardiamo negli occhi, per la prima volta da quando abbiamo iniziato a denudare i nostri sentimenti -Ti amo Daniel …- lui mi guarda e so che ora mi crede. Mi sfiora una guancia con un dito, leggermente, in una timida carezza, e mostra una piccola lacrima -… non mi ero accorta di piangere …- dico non pensando di parlare ad alta voce -Non voglio che tu pianga più…- mi dice baciandomi dolcemente -Nemmeno di gioia come ora? … nemmeno per amore …- dico, e lui mi sorride, come mi è mancato il suo sorriso -Cosa mi hai fatto? … mi hai stregato …- sorrido felice -Credo di non aver fatto abbastanza …- lui mi guarda dubbioso - … non hai ancora fatto l’amore con me …- spiego, e lui mi sorride malizioso -Provvediamo subito mia regina …- dice prima di baciarmi. La sua lingua dolcemente si insinua fra le mie labbra, balla con la mia, mentre le sue mani incontrano il mio corpo. Poco dopo sono nuda sotto di lui, solo l’intimo a coprirmi, ma quello non è una barriera sufficiente per desistere nel suo intento. Mi accarezza i seni, mentre le sue labbra scendono verso la mia intimità già umida. Cerco invano di togliere la sua camicia, lui è più veloce e si allontana, scendendo ancora più sul mio corpo. Le sue mani fanno sparire il mio reggiseno, mentre con i denti fa scivolare lo slip. La sua lingua segna un tracciato sul mio inguine, accarezza le mie labbra intime dolcemente. Sento mancarmi il respiro. Prende a giocare con il mio clitoride gonfio, mentre le sue mani non smettono di torturare le mie punte erette. Istintivamente inarco la schiena seguendo le ondate di piacere. Il piacere cresce così velocemente che senza accorgermene grido il suo nome. Lui si avvicina al mio viso -Dillo ancora …- -Ti amo Daniel …- lui sorride, poi mi bacia. Io finalmente riesco a spogliarlo della camicia, accarezzare la sua pelle calda, mentre lui tortura il mio collo. Arrivo alla cintura dei suoi pantaloni, lui vorrebbe allontanarsi -Non pensarci nemmeno …-gli dico, mentre con uno sguardo malizioso prendo a slacciargli quella trappola che mi separa dalla sua nudità. Poco dopo è nudo anche lui. Non sappiamo come muoverci, tanto è la voglia di stare assieme non riusciamo a smettere di toccarci, non arrivando mai a congiungerci. Poi il suo membro mi sfiora lì dove ho bisogno di lui. Entrambi sospiriamo per la meravigliosa sensazione. Capiamo che è il momento. Entra in me così delicatamente, godiamo di ogni istante. Mentre si muove prende le mie mani e le allaccia alle sue. Ci fissiamo e continuiamo a sentire che la gioia del momento sale. Poi arriva, ed è ancora più bello di quello che potevo immaginare.
Al mattino siamo ancora abbracciati. Ci siamo addormentati per risvegliarci e fare l’amore due volte nella notte. E ora, al risveglio mattutino, siamo ancora allacciati in una danza d’amore.
-Com’è stata la tua vita Clare?…- mi chiede Daniel improvvisamente, mentre siamo abbracciati e leggermente affaticati -Non saprei che dire … ora so che è tutto successo per uno scopo … amarti … ma all’inizio …- lui prende ad accarezzarmi una spalla nuda -Raccontami dall’inizio Clare … voglio sapere tutto di te … dall’inizio …- mi alzo leggermente e lo bacio -Perché … perché lo vuoi sapere? …- lui mi accarezza una guancia -Per poter scrivere assieme il nostro futuro e non fare altri errori …- lo guardo, poi mi sistemo nuovamente fra le sue braccia
-… Quando arrivai a Los Angeles non avevo nulla da offrire e nessuno a cui chiedere aiuto. Avevo lasciato la mia casa perché non riuscivo a viverci …-
Fine
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