ANYTHING BUT ORDINARY, ..Buffy e Spike erano amici del cuore..ma il liceo cambia tutto

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Lalla87
view post Posted on 14/12/2007, 14:36




Ebbene si, anche qui posto questa bellissima storia.. per dare la possibilità ad altre sissine di leggerla..
E' una storia dolcissima, molto verosimile, e con tempi molto lenti ( ve l'ho detto no è che è verosimile ;) ).. Sono 46 capitoli e oggi posto i primi 2..

Buona lettura e per chi non l'avesse mai letta, fatemi sapere ke ne pensate! :wub:

***

CAPITOLO 1: La mia vita ( se così vogliamo chiamarla )

Buffy Summers camminava lungo il corridoio affollato, con i libri stretti al petto. Il suo dolcevita bianco, di due taglie troppo grande per la piccola biondina, ricadeva pesante sulla sua esile figura, e una lunga gonna di un jeans pesante toccava leggermente a terra. I suoi capelli dorati erano raccolti e tenuti fermi con delle mollettine, e un piccolo paio di occhiali erano messi malamente sul suo viso senza trucco.

Quando la campanella suonò per la 4° ora, Buffy bofonchiò qualcosa sotto voce ed esordì in una corsa. Non appena voltò l’angolo, si scontrò esattamente con la persona che odiava più di tutte al mondo. Arrossendo furiosamente, si chinò per raccogliere i libri che le erano caduti, mentre il biondo platinato stava semplicemente in piedi, di fronte a lei con un sorrisino che attraversava le sue labbra perfette.

“Dovresti stare attenta a dove vai, amore,” mormorò lui, provando un inspiegabile piacere per la sfortuna della giovane ragazza.

Buffy stava lì, in piedi con un mucchio di fogli incasinati tra le mani, e si portò dietro le orecchie un ciuffo indisciplinato dei suoi capelli, baciati dal sole. “M-mi dispiace,” farfugliò imbarazzata.

Lui ridacchiò, ruotò gli occhi, e riprese a camminare per andare in classe, lasciandosi dietro una imbarazzatissima Buffy che sopirò tristemente e lo seguì nell’andare in classe.

Il Signor Giles la salutò all’entrata della sua aula di storia, un po’ sorpreso che la sua studentessa preferita fosse in ritardo. Dopo aver deciso di non farle passare alcun guaio, poiché era più che sicuro che ci fosse una ragione plausibile per questo, le sorrise semplicemente e le indicò il suo banco.

Buffy, con un sospiro, si lasciò cadere al suo posto, vicino a quello della sua migliore amica. Willow fece cenno con la testa verso la bionda e le chiese: “Che ti è successo?”

Con una drammatica occhiata dei suoi occhi verde smeraldo, scrisse su un foglietto due parole e lo passò alla testolina rossa. Willow lo aprì e ne lesse il contenuto.

Spike McAlister

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“E quindi non ti ha nemmeno aiutato a raccogliere i tuoi libri?” la interrogò Willow, mentre camminava con la sua amica per raggiungere la mensa.

“No, se n’è stato semplicemente in piedi davanti a me,” confessò Buffy, mentre il rossore riaffiorava sulle sue guance al solo ricordo dello ‘scontro’.

“Dio, che stronzo.”

“Non dirmi niente. E pensare che eravamo amici. Tutto questo è un pochino triste,” sospirò lei.

“Be, è stato molto tempo fa. Non eri responsabile per le tua azioni di bambina di cinque anni.”

“Quattordici.”

“Che cosa?”

“Siamo stati amici fino a quattordici anni. Ma poi è arrivata la scuola superiore, lui è diventato bellissimo, e io sono diventata una gran perdente.”

“Aww, Buffy tu non sei una perdente,” la rassicurò l’amica.

Buffy guardò semplicemente la sua amica.

“Almeno non per me.”

Sospirano entrambi all’unisono, ed entrarono nella caffetteria, cercando con gli occhi i loro due amici. Quando localizzarono Xander e Tara, che erano seduti insieme ad un tavolo libero, si incamminarono verso di loro.

“Hey, ragazzi,” salutò Buffy.

Tara sorrise timidamente e Xander l’abbraccio quasi drammaticamente, tenendo gli occhi incollati al tavolo vicino. Li sedeva la ‘Banda degli Intoccabili’ e i suoi ‘seguaci’.

“Dio, quella Cordelia è così sexy,” disse Xander, fissando con la bocca aperta la brunetta molto “prosperosa”. Stava seduta lì, aggiustandosi i capelli e ridendo sorniona, mentre il suo ragazzo, Angel, continuava a riempirla di baci sul collo.

“Si, ed è anche la puttana di tutte le puttane. Tanto per cambiare argomento, come puoi fantasticare sulla stessa ragazza che ti ha reso l’esistenza impossibile sin dal primo anno?” gli chiese Buffy, le sue sopracciglia leggermente increspate.

Xander ebbe la decenza di arrossire goffamente a quell’affermazione e distolse il suo sguardo e la sua attenzione da Cordelia Chase.

Buffy diede un’occhiata al tavolino, che presentava i soliti quattro, Angel O’Connel, Cordelia Chase, Harmony Kendall e Spike McAlister, con altri intrusi che cercavano di entrare a far parte del mitico gruppo. Era il loro ultimo anno e la popolarità era ancora in cima alle loro priorità. Al pensiero Buffy si sentì disgustata. Quando Spike pizzicò Buffy a fissarli, arrossì per la milionesima volta quel giorno e si focalizzò intensamente sullo scarno sandwich che Tara le aveva comprato.


“Quella perdente ti sta fissando Spikey. Falla smettere,” piagnucolò Harmony, la sua voce la copia perfetta di un miagolio felino.

Spike alzò lo sguardo per incontrare gli occhi della piccola Buffy Summers, erano fissi su di lui. Tuttavia appena l’aveva scoperta, lei aveva abbassato la testa per concentrarsi sul cibo, come se fosse stato il dono di Dio per i Nerd. Angel e Cordy si girarono sulle loro sedie per squadrare quella biondina alquanto peculiare.

“Odio quella ragazza,” confessò Cordy, che non aveva nemmeno toccato il suo pranzo.

“Anche io,” rispose Harmony, solo per darle ragione.

Spike roteò gli occhi e si alzò. “Vado in bagno a farmi una fumata,” annunciò e sparì dalla caffetteria. Angel colse l’opportunità di prendersi qualcuna delle sue patatine.
“Hey Angel, vai lì e falle qualcosa,” gli disse Cordy, massaggiando il suo ginocchio e abbagliandolo con un sorriso bianchissimo.

“Tesoro, ho cose migliori da fare.”

“Per esempio? Guardarti nervosamente attorno dopo aver rubato una delle patatine di Spike, solo per essere sicuro che lui non ti abbia visto?”

Angel brontolò semplicemente e allontanò il cestino delle patatine.

“Per favore?” lo pregò, sbattendo le sue ciglia.

“Cristo Santo, Cordelia, che vuoi che faccia?” chiese lui.

Cordy e Harm condivisero un sorriso e spifferarono il loro piano al bell’atleta.

Nel frattempo, Buffy e la sua compagnia erano seduti in silenzio al loro tavolo, quando Willow le diede un buffetto alla costola.

“Ow,” si lamentò lei. “E questo per cos..”

La sua voce si spense, non appena capì quello che voleva dire Willow. Angel O’Connel si stava facendo strada verso di lei. Il suo cuore cominciò a martellare furiosamente nel suo petto e immediatamente, nel giro di pochi secondi, una miriade di farfalle si fecero spazio nel suo stomaco.

“Che cosa credi che voglia?” bisbigliò Buffy.

“F-Forse non sta venendo proprio qui…” provò Willow, ma la sua teoria fu subito scartata quando Angel sorrise intensamente a Buffy e si mise a sedere proprio accanto a lei.

Buffy guardava con aria scioccata il giocatore di football seduto a pochi centimetri da lei.

“Non mi saluti?” chiese Angel, come se stessero normalmente parlando.

“Oh! Um, c-ciao,” balbettò lei, maledicendosi dentro di sé per essersi comportata così pateticamente.

“Sai, mi stavo proprio chiedendo di che colore fossero i tuoi occhi.”

“Che cosa?” chiese lei, confusa.

“Bè, Spike laggiù ha detto che sono blu,” spiegò lui, indicando Spike che era appena rientrato e stava assistendo alla scenetta da lontano. “Io invece ho detto che sono verdi.”

Angel poi allungò la mano e le tolse i suoi piccolissimi occhiali dal naso. Buffy sedeva completamente immobile, chiedendosi se tutto questo fosse solo un sogno.

“Bene, bene, bene. Credo proprio che avevo ragione.” disse lui.

Ma prima di ridarglieli indietro, li fece cadere “accidentalmente” e si frantumarono in mille pazzi per terra.

“Ooops,” le disse lui, innocentemente. Poi raccolse gli occhiali rotti e li rimise sulla faccia di Buffy. Nemmeno il tempo di un occhiolino e se n’era già andato.

Le lacrime le salirono agli occhi, mentre lo guardava andarsene. Tutto il suo tavolo era scoppiato in una fragorosa risata per la sua sfortunata esperienza.

“O mio Dio, Buffy. Mi dispiace così tanto,” cercò di confortarla Willow.

Ma Buffy alzò la sua mano, cercando quasi di trattenere le lacrime che premevano per uscire, e si alzò dalla panchina.

“Scusatemi,” mormorò lei, mestamente, e corse velocemente fuori dalla caffetteria, noncurante del fatto che tutti gli occhi fossero su di lei.


Dopo aver passato l’intera sesta ora piangendo nel bagno, Buffy uscì alla fine con il viso rigato dalle lacrime e si incamminò verso quella che sarebbe stata la sua ultima ora. Ignorò tutti i commenti e le risatine diretti a lei lungo il corridoio, e si sedette al suo computer, aspettando l’arrivo della Signorina Calendar.

Sfortunatamente, un certo Spike McAlister era capitato a sedere proprio accanto a lei nella classe di computer, ed era qualcosa che non stava aspettando con tutta questa impazienza. Corse dentro la classe appena un minuto prima che la campanella suonasse, sorridendo per scusarsi all’insegnante, gettando il suo zaino accanto a Buffy.

Buffy solitamente lo ignorava per tutta l’ora, ma quel giorno lo fissò dritto negli occhi come se lo stesse trafiggendo con mille pugnali. Spike, tutto fuorché intimidito, in risposta sollevò il sopracciglio.

“Allora, passerotto, dove sono i tuoi occhiali? Non ti vedevo senza, dalle scuole medie.”

Buffy guardò altrove, il suo labbro inferiore tremava e si suoi occhi ‘sputavano’ fuoco. L’avrebbe potuto uccidere, veramente, avrebbe potuto.

“Lo sai, è da maleducati non rispondere quando si è interrogati. So per certo che tua madre ti ha educato molto meglio.”

“Almeno io ce l’ho una madre,” borbottò sottovoce, pentendosi immediatamente nel momento in cui se lo lasciò scappare.

Gli occhi di Spike divennero scuri e la sua bocca si chiuse di colpo. Ignorò il dolore sordo che squarciava il suo cuore e non desiderò altro che strozzare quella biondina. Invece annuì semplicemente e si voltò verso lo schermo del suo computer.

Buffy chiuse gli occhi, morendo di vergogna per il suo commento privo di tatto. Tornò a guardare verso di lui, cercando di fare il suo meglio per sembrare dispiaciuta. Notò che aveva contratto la mascella e i suoi occhi erano patinati.

“Spike, io..”

“Risparmiatelo,” la interruppe lui, voltandosi verso di lei. “Solo perché eravamo compagni di giochi in passato, non significata che tu mi conosci. Tu non sei NIENTE. Quindi ritornatene alla terra dei reietti da cui vieni e vedi di tenere lontano il tuo nasino dagli affari degli altri, hai capito?”

La faccia di Buffy restò senza espressione, cercando il meglio che poteva di non mostrare quanto le sue parole l’avessero ferita.

“E tanto per la cronaca, Harmony ti ha appena messo un ragno dei licosidi sui tuoi capelli.”

Buffy strabuzzò gli occhi, portò la mano sulla sua testa e urlò quando venne a contatto con il grande ragno peloso che veniva dal laboratorio di scienze.

***

CAPITOLO 2: Niente più Miss Gentilezza

Dopo aver passato il peggior giorno della sua vita, tutto quello che Buffy desiderava era sotterrarsi sotto le coperte ed ascoltare Kenny Chesney. Xander diceva sempre che il country era la musica del dolore, e lei era d’accordo con lui.

Buffy entrò in casa, sperando che sua madre non fosse da nessuna parte. Lei aveva una capacità materna di capire quando per Buffy era stata una giornataccia. Buffy era piuttosto sicura di aver appena passato una giornataccia a giudicare dalle sue intense vibrazioni.

Aprendo silenziosamente la porta d’ingresso, entrò senza far rumore…ma fu molto più che contrariata quando vide sua madre e il Signor McAlister che stavano chiacchierando prendendosi un caffè. Buffy ruotò gli occhi e smise di fare tutto in silenzio, sbattendo la porta dietro di lei.

“Buffy! Sei a casa, tesoro. Il signor McAlister si è fermato per discutere della galleria.”

“È grandioso, mamma,” rispose lei, anche se il suo tono suggeriva qualcos’altro.

“C’è qualche problema?”

“No, no….è tutto apposto. Incantevole. Non potrebbe andare meglio. Voglio dire, non è una cosa da tutti i giorni beccarsi un ragno nei capelli. Veramente poche persone possono averne avuto la fortuna.”

“Oh, tesoro. Ti stanno di nuovo prendendo in giro?”

“Di nuovo? Come se avessero mai smesso!”

Joyce diede al Signor McAlister uno sguardo dispiaciuto e si alzò dalla sedia a cui era seduta al tavolo della cucina. Buffy scosse lievemente la testa, per far capire alla madre che era in grado di cavarsela da sola. Joyce annuì e tornò a sedersi.

Con un sospiro abbattuto, Buffy si diresse per le scale verso la sua cameretta e verso il suo letto, ma si fermò quando udì il nome di Spike. Le sue curiose orecchie diciassettenni dovevano origliare…

“Sono sicura che Spike non ha niente a che fare con tutto questo,” rassicurò l'uomo, Joyce.

“Non saprei Joyce. Mio figlio può essere un vero asino.”

Condivisero una risata e Buffy ruotò gli occhi.

“Beh, forse si sta solo ribellando? Deve essere dura per lui sapere di non essere in grado di diplomarsi quest’anno.”

A questa affermazione Buffy gelò. Spike non si diplomava?

“Bè, è tutta colpa sua,” insistette Scott. “Se quel ragazzo smettesse di andare a delle feste tutte le notti e cominciasse veramente a studiare, questo non sarebbe un problema. Se solo assomigliasse un poco a Buffy. E’ una così una brava ragazza.”

“Si, lo è,” concordò Joyce. “Forse potrebbe seguirlo nello studio? Erano migliori amici un tempo.”

“È vero. Credo di poterne parlare con Spike.”

Oh mio Dio! Dare ripetizioni a Spike! Tutto questo deve essere fermato. Buffy si precipitò giù per le scale ad altissima velocità, le sue mani sui fianchi.

“Non ci penso nemmeno a dare ripetizioni a Spike!” esclamo lei, con un velo di preghiera nella sua voce.

“Tesoro, potrebbe non diplomarsi e…”

“E quindi? Perché me ne dovrebbe importare qualcosa? Tutto quello che lui ha sempre fatto è rendere miserabile la mia vita di adolescente. Non gli devo niente!”

“Calmati, cara. È il tuo ultimo anno. Magari voi due potreste fare pace?”

“Non credo proprio,” disse lei, incrociando le braccia al petto.

Poi improvvisamente, sentì un tosa erba accendersi e guardò fuori dalla finestra. La sua mascella cadde alla vista di uno Spike mezzo nudo che maneggiava con il tosaerba.

“Che diavolo significa tutto questo?” domandò lei, indicando la scenetta che aveva luogo proprio lì fuori.

Joyce si schiarì la voce.

“Be, aveva bisogno di un lavoro. Quindi gli ho detto che era il benvenuto se voleva tosare la nostra erba e che in cambio l’avrei pagato.”

Buffy passava semplicemente il suo sguardo dalla madre a Spike, con occhi sgomenti. Poi volò su per le scale borbottando qualcosa circa madri impossibili e uno Spike nudo.

----

“Non ci posso credere Will. Vogliono che io segua Spike nello studio. IO! Spike! Ci puoi credere? O sono solo io l’unico membro del club-del-non-crederci ,” divagò Buffy, tenendo il telefono tra la spalla e il suo orecchio mentre si cambiava con qualcosa di più comodo.

“Sono un membro,” si offrì Willow. “Sono decisamente un membro. Hai intenzione di farlo?”
“”Cosa? No! Come puoi solo chiedermelo?”

“Bè, non sò. Tu di solito, sei…così…gentile.”

Buffy sbuffo sonoramente al commento dell’amica.

“Non più. Niente più Miss Gentilezza. Non ho la minima intenzione di dargli ripetizioni. Può ripetere l’ultimo anno fino alla fine dei giorni per quello che mi interessa.”

“Wow. Sono impressionata Buffy. Ma è la stessa ragazza che fece l’intero progetto di biologia, per permettere a Cordelia di restare al Bronze tutta la notte?”

Buffy morì di vergogna a quell’affermazione, nel frattempo si infilava i pantaloni.

“Forse,” ammise lei.

Proprio in quel momento il taglia erba si fermò e Buffy si affrettò alla finestra. Spike l’aveva lasciato in mezzo al cortile, e non era da nessuna parte. Ma il rumore della porta che si apriva e poi chiudeva le diede un’idea di dove potesse essere.

“Buffy? Che succede?” chiese Willow, dopo la scena muta dell’amica.

Lei sospirò.

“Spike è qui. Proprio qui. Nella mia casa, qui!”

“Si. Allora ti lascio.”

“Okay,Will. Ti chiamo più tardi?”

“Sarò qui.”

“Ciao.”

“Ci sentiamo.”

Buffy mise giù la cornetta del telefono e si finì di cambiare prima di andare a “salutare” il suo ospite. Si tolse le mollettine dai capelli e poi procedette nel togliersi il dolcevita. Nel momento in cui lo gettò nel letto, la porta della sua camera si spalancò e lei stava lì, con solo il suo reggiseno, guardando come un cervo guarda i fanali di una macchina.
Spike la fissava, con la bocca aperta. Quando lo shock iniziale svanì, Buffy afferrò un cuscino dal letto per coprirsi.

“Spike! Vai fuori!” strillò lei, con la faccia che le bruciava per la vergogna.

“Oh,Uh, giusto. S-scusa,” balbettò lui, e poi uscì velocemente dalla stanza. “Dannatamente imbarazzante,” mormorò tra se e se.

Buffy, con il cuore che le pulsava a mille, trovò una maglietta in girò e se la infilò in un tempo record. Si mise giù i suoi capelli-sempre-a-posto e prese un bel respiro, prima di lasciare la stanza. Spike stava in piedi fuori dalla sua stanza, cercando di sembrare casuale, ma lei poteva dire per certo che fosse un po’ agitato.

“Scusa, per quello,” si scusò lui.

“Si, bè, si chiama bussare,” rispose lei, sorpresa da quanto fosse calma la sua stessa voce. “Ora, che volevi?”

Spike tornò di nuovo nei panni del suo vero-io.

“Volevo solo farti sapere che non ho bisogno della tua carità. Posso diplomarmi senza la tua stramaledetta pietà.”

“E chi ti fa pensare che io avessi avuto la minima idea di aiutarti?”

“Pensavo che avresti colto al balzo l’occasione di aiutare uno studente popolare.”

Buffy rise forte, ma cercò di mascherarlo tossendo. Spike inarcò un sopracciglio, sorpreso dalle maniere aggressive di lei. Di solito era timida e sottomessa.

“Qualcosa di divertente, passerotto?” la interrogò lui.

“Si, a dire il vero. Come diavolo pensi di diplomarti solo con le tue forze? Non hai abbastanza tempo tra l’ubriacarti e lo scoparti la nuova ragazzina arrivata in città.”

Buffy gelò. Da quando lei parlava così.

Spike gelò. Da quando lei parlava così?

La voce di Joyce ruppe l’imbarazzo.

“Tesoro, potresti scendere un attimo?”

Buffy si schiarì la voce, posando lo sguardo ovunque tranne che su Spike.

“Um, si. Solo un minuto.”

Le guance le andavano in fiamme, sospirò e scese per le scale. Spike la seguì.

“Si, mamma?” chiese lei, mestamente.

“Buffy, il Signor McAlister e io abbiamo deciso che sarebbe meglio che tu segua Spike nello studio.”

“Che cosa?” chiesero Buffy e Spike all’unisono.

“Sono seria. È molto triste vedere due ragazzi che una volta erano praticamente sempre fianco a fianco, non parlarsi quasi per niente. È il vostro ultimo anno insieme, e dovreste fare del vostro meglio.”

“Posso fare del mio meglio senza spendere del tempo non-poi-così-di-qualità con la bellezza ossigenata, qui.”

Spike ruotò gli occhi.

“Per quanto mi sia difficile ammetterlo, la mocciosa qui, ha ragione. Siamo sopravvissuti quattro anni senza la compagnia dilettevole ne dell’uno ne dell’altro. Le persone vanno avanti.”

“Capisco, figliolo,” rispose Scott. “Ma la nostra decisione è definitiva. Buffy ti darà ripetizioni tutti i Martedì e i Giovedì della settimana. E fino a quando non vedrò i tuoi voti migliorare, e di molto, non uscirai nei weekend, a meno che non sia qui e per studiare con Buffy.”

Per quanto Buffy odiasse la piega che la situazione stava prendendo, la faccia di Spike era impagabile.

“Papà! Andiamo al Bronze questo fine settimana!”

Joyce e Scott si scambiarono uno sguardo d’intesa.

“Bene, puoi andare,” gli disse Scott. “A patto che tu porti Buffy con te.”

Joyce Summers avrebbe dato qualsiasi cosa per avere una macchina fotografica in quel momento, perché gli sguardi di puro terrore che passarono sui loro visi sarebbero stati perfetti per l’album di foto di famiglia.

----

La cugina di Buffy, Anya Jenkins, era nella stanza da letto della giovane agitata, la sera dopo, arricciando le sue sensuali ciocche. Si chiedeva come mai Buffy tenesse sempre i capelli legati, perché se fossero stati i suoi, li avrebbe di sicuro lasciati sciolti.

“Grazie per tutto questo, Anya. Non saprei riconoscere un arriccia-capelli da un tostapane.”

Anya sorrise.

“Bè, questo potrebbe essere un problema. E non ti preoccupare. La tua estetista del vicinato è sempre qui per aiutarti.”

Buffy si lasciò sfuggire un respiro profondo. Odiava il solo pensiero di uscire con la “Compagnia degli Intoccabili” quella sera, ma visto che la madre l’aveva spudoratamente minacciata, non aveva avuto altra scelta. Spike era meno che emozionato, ed era sicuro che si sarebbe sbarazzata di lei non appena entrato al Bronze. Buffy non c’era mai stata prima, ma Tara le aveva detto che non era niente di eccezionale. Era un semplice punto di ritrovo per tutti i ragazzi fighi della città. E Buffy non era certo una di loro. Sapeva che sarebbe finita col rendersi ridicola.

“Sei a posto,” le disse Anya, interrompendo la sua corrente di pensieri.

“Oh, Dio..” bisbigliò Buffy, nervosamente. Poi si alzò dalla sedia e si avvicinò esitante allo specchio. Dovette sbattere le palpebre ben due volte per essere sicura che il riflesso che vedeva fosse il suo.

E lo era.
“Che ne pensi?” sua cugina chiese, piena di aspettative.

Le parole divennero subito un problema per Buffy. Tutto quello a cui riusciva a pensare era a quanto tutto questo fosse irreale. La sua lunga cascata di capelli biondi le ricadeva sulle piccole spalle in onde e boccoli sinuosi. Il trucco che indossava le faceva brillare il viso, e l’ombretto smeraldo accentuava i suo occhi verdi e scintillanti. I vestiti erano attillati, abbracciavano e sottolineavano ogni singola curva del suo corpo abbronzato. La camicetta senza spalle era di un verde pastello e le lunghe e morbide maniche ricadevano esattamente fino alle sue unghie ben curate. Indossava poi una minigonna nera e un paio di infradito color menta per completare la sua ‘mise’ da far girare la testa.

“Penso che tu sia la mia nuova migliore amica.” Disse Buffy, ancora sotto shock per la sua trasformazione.

Anya batté le mani eccitata.

“Be, sei assolutamente stupenda. Vai e stendili.”

Buffy si limitò ad annuire.

“Buffy! Spike è qui!” la chiamò la voce di sua madre.

“Um, Sono subito giù!” rispose lei. Abbracciò gioiosamente Anya e andò verso le scale. Il nervosismo l’assillava e tutto d'un tratto non si sentì sicura di potercela fare. Willow le aveva detto di non pensarci. Di fingere semplicemente di essere una di loro e tutto sarebbe andato bene. Ma Buffy non era una di loro. Ne lo sarebbe stata mai.

Sospirò in apprensione quando raggiunse il piano di sotto e si diresse in cucina. Spike sedeva al tavolo nella sua solita tenuta all-black, i suoi capelli scompigliati, e una sigaretta tra le dita. Quando non si accorse della presenza di lei alle sue spalle, tossì leggermente e finalmente lui si voltò.

“Alla buon’ora,” cominciò lui. “ E ora andiamocene a questo maledetto Br..”

Fu stordito dalla ragazza che gli si presentò davanti. Non poteva essere la Buffy Summers che si ricordava. Questa ragazza era stupenda. L’altra Buffy era così….Buffy. Non riusciva a smettere di fissarla.

Buffy arrossì sotto lo sguardo scrutatore di lui. Spike non l’aveva mai guardata così prima d’ora. Era fastidioso, ma in un certo senso molto eccitante.

“Bè, divertitevi voi due. Buffy devi essere a casa per le 11.”

Ruppe il contatto visivo con Spike e si girò versò la madre.

“Ricevuto. Alle 11 sarò qui.”

Quindi Spike si alzò, si schiarì la gola e si diresse verso la porta principale, apparentemente cercando di sfuggire all’allettante visione. Buffy lo seguì fuori dalla porta, nella frizzante aria notturna.

“Stai bene,” le disse lui, sottovoce.
Buffy guardò verso di lui, in parte contenta del complimento, in parte offesa dalla nonchalance con cui lui l’aveva detto.

“Grazie. Anya mi ha preparata. Non penso che sarei in grado di mettermi del mascara senza cavarmi un occhio,” rispose lei.

“Anya? È tua cugina, vero?”

“Si, è un’estetista ora, se non l’avevi già immaginato. Ti ricordi quella volta quando stavi dormendo e lei aveva deciso di farti diventare una principessa?”

Spike sbuffò, mentre accendeva il motore, non particolarmente fiero di questo ricordo.

“Avevo sei maledetti anni allora,” le ricordò.

“Si, ma è stato veramente divertente. Penso di avere ancora le fotografie.” Gli disse lei con un ghigno minaccioso.

“Non oseresti,” disse lui, quasi in tono di supplica, mentre si allontanavano da Rovello Drive.

Buffy si rilassò sul sedile, il suo ghigno che non minacciava di andarsene.

“Oh, oserei eccome.”

***

TBC... :ahah:
 
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willowthewitch
view post Posted on 15/12/2007, 12:34




Meraviglioso inizio!!! Era tanto che non leggevo una ff, per vari motivi sono stata lontana e adesso il nuovo look del forum e questa storia mi ahnno riavvivicnato. Complimenti!!!
 
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Lalla87
view post Posted on 16/12/2007, 10:13




Sono contenta che ti piaccia willow ;) e siamo solo all'inizio!
Domani arriva un nuovo post! :lovvino:

 
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kim92
view post Posted on 16/12/2007, 13:12




ohhhhhhhh....che meraviglia....l'hai postata anche qui...!!!!!me fa festa...anche se so già qualcosina...posta posta posta!!!!!
you are the one
 
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willowthewitch
view post Posted on 17/12/2007, 18:14




Aspetto!!!!!!!
 
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willowthewitch
view post Posted on 4/1/2008, 23:44




Ehi!!! Buon Anno, ma speravo in un regalo!
 
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5 replies since 14/12/2007, 14:36   434 views
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